La Chiesa anglicana ha ordinato sacerdote una donna. Che c’è di strano? Si dà il caso che la donna sia un transessuale. All’età di 29 anni, Colin Jones decide di sottoporsi all’operazione per cambiare sesso. Oggi si chiama Sarah Jones, ha 44 anni e ha deciso di indossare il clergy(wo)man.
Non ho nulla da rimproverare a costui/costei, a parte le idee confuse sul significato di una scelta di vita che è in contrasto con la missione pastorale di un ecclesiastico. La mia perplessità riguarda semmai la Chiesa anglicana che ne ha permesso l’ordinazione. Questo comportamento rivela altrettanta confusione, ma soprattutto grave irresponsabilità e forte miopia.
Rimando ad un articolo della BBC per conoscere la posizione della Chiesa anglicana e alcune critiche espresse dallo stesso mondo protestante anglosassone. Da parte mia, voglio dire solo questo: sfido il sacerdote Sarah Jones a ritenersi credibile quando inviterà i suoi ‘parrocchiani’ - sposi, genitori, figli – ad accettare la volontà di Dio, a rispettare la propria vita, ad amare il prossimo così come si ama se stessi, a benedire la bellezza del creato, ad onorare il padre e la madre, ad educare i figli alla fede (fiducia, abbandono) in Dio …
Ultima annotazione. Nella rubrica della posta del quotidiano Libero, un lettore ha scritto: «Sarah Jones è la prima transessuale nominata pastore anglicano. Dio non è Ratzinger: guarda al volto, non al sesso.» Ognuno ha il diritto di pensare le idiozie che più gli fanno comodo. Ciò che invece salta all'occhio è il titolo che precede il nome del lettore: ‘Sac.’, cioè sacerdote. Non cattolico, spero.
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