Un re vive con la regina e il loro bambino in un castello. Il re parte spesso per la guerra alla testa dei suoi soldati e torna al castello dopo lunghi mesi, a volte anni, di assenza. In questo tempo, il re lascia il figlio alle cure della regina.
Un giorno, quando il figlio è ormai diventato un giovane sano e forte, il re torna al suo castello. Dopo aver abbracciato i suoi cari, egli si rivolge alla regina e le dice: “Per tutti questi anni hai provveduto amorevolmente alla crescita di nostro figlio. Non ti sei risparmiata e non hai mai mancato di parlargli di me, di quello che sono e di quello che faccio per la nostra famiglia e per il regno. Anche se mi sono assentato da casa, il mio spirito è sempre stato qui e tu lo hai alimentato ogni giorno agli occhi di nostro figlio. Adesso però è arrivato il momento che io prenda con me mio figlio per insegnargli ad essere un guerriero.” Poi aggiunge: “Ricordati, se ad un albero tagli i rami che si protendono verso il cielo, quei rami non cresceranno più. Per continuare a vivere, l’albero affonderà profondamente le sue radici nella terra, dove non c’è luce”.
Alle parole del re, la regina si impurisce. Il figlio infatti correrà il rischio di essere ucciso in battaglia una volta uscito dal castello. La regina chiama il figlio e osserva il suo sguardo. Ne riconosce la somiglianza a quello del padre, ma vede che è proprio lo sguardo di un ragazzo. Sospirando, bacia il figlio e gli dice di partire col re.
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