Su il Giornale di oggi – a proposito, quanto mi manca l’eleganza di Maurizio Belpietro nella direzione del quotidiano! - si dà notizia di un oltraggio alla religione mussulmana perpetrato in alcuni supermercati del Lazio. La polizia ha infatti bloccato la vendita di … tavolette per il gabinetto con su scritto un versetto del Corano. Pare che si tratti di un versetto importante, il 255, in cui compare per due volte il nome di Allah.
La denuncia dell’oltraggio è partita da un imam della comunità musulmana di Latina. Da qui la notizia è poi giunta a Londra, dove un importante quotidiano in lingua araba ha dato il via al tam tam e provocato i commenti risentiti e adirati di lettori e internauti fedeli a Maometto.
I leader mussulmani in Italia chiedono il ritiro dagli scaffali di tutti i copriwater blasfemi, la riconsegna dietro rimborso di tutti i pezzi finora acquistati e l’arresto del produttore, che potrebbe anche non essere cinese, come riportato invece nella stampigliatura.
Che dire? È inutile che ci giri intorno: mi sembra un po’ esagerata la richiesta di arresto, ma sono con i mussulmani; mi piace il fatto che reagiscano (civilmente e legalmente, s’intende) a chi insulta la loro religione. Come in occasione delle vignette danesi, continuo ad apprezzare che i musulmani esigano rispetto per ciò in cui credono.
Con questo non sto chiudendo gli occhi di fronte all’intolleranza odiosa verso i cristiani di alcuni governi arabi, così come non sto sorvolando sulla grettezza/disumanità di tanti aspetti della cultura musulmana. Al di là di tutto, però, è importante che per qualcuno esiste un confine da cui la blasfemia occidentale non passa. Certo, occorrerebbe una reazione dell’Occidente quando sono i mussulmani ad offendere Cristo, ma si sa, gli attributi scarseggiano da queste parti!
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