Non siate superbi con i piccoli, non siate superbi nemmeno con i grandi. Non odiate chi vi respinge e disonora, chi vi ingiuria e calunnia. Non odiate gli atei, né i cattivi maestri e i materialisti, neppure i malvagi fra loro – per non parlare dei buoni giacché ve ne sono molti di buoni, specialmente ai nostri tempi. Ricordateli così nella vostra preghiera: “Salva, o Signore, tutti coloro per i quali nessuno prega, salva anche quelli che non ti vogliono pregare”. E aggiungete anche: “non per orgoglio ti prego, o Signore, perché anch’io sono un vile peggio di tutto e di tutti…”.
Ragazzo, non scordare la preghiera. [...] Rammenta di ripetere dentro di te, ogni giorno, anzi ogni volta che puoi: “Signore, abbi pietà di tutti coloro che oggi sono comparsi dinanzi a te”. Poiché a ogni ora, a ogni istante, migliaia di uomini abbandonano la loro vita su questa Terra e le loro anime si presentano al cospetto del Signore e quanti di loro lasciano la Terra in solitudine, senza che lo si venga a sapere, perché nessuno li piange né sa neppure se abbiano mai vissuto. Ma ecco che forse, dall’estremo opposto della Terra, si leva allora la tua preghiera al Signore per l’anima di questo morente, benché tu non lo conosca affatto né lui abbia conosciuto te. Come si commuoverà la sua anima, quando comparirà timorosa dinanzi al Signore, nel sentire in quell’istante che vi è qualcuno che prega anche per lei, che sulla Terra è rimasto un essere umano che ama pure lei. E lo sguardo di Dio sarà più benevolo verso entrambi, poiché se tu hai avuto tanta pietà di quell’uomo, quanta più ne avrà Lui, che ha infinitamente più misericordia e più amore di te. Egli perdonerà grazie a te.
Chi parla così è lo staretz Zosima, uno dei protagonisti de I fratelli Karamazov di Dostoevskij.
Ho trovato queste citazioni in un articolo molto interessante, comparso ieri su Avvenire, del cardinale Carlo Maria Martini. Consiglio a cattolici e non di dargli un’occhiata nel sito del quotidiano. È un’ottima opportunità per comprendere il significato della preghiera cristiana di “intercessione”.
In altre occasioni, non ho condiviso alcune idee del cardinale. Questa volta, non posso che ringraziarlo. Quando parla il cuore, si tace e si ascolta.
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