Il 20 febbraio scorso, Il Foglio ha pubblicato un’intervista a Claudio Risé in cui il professore ha spiegato le ragioni della sua candidatura nella lista “Aborto? No, grazie. Con Giuliano Ferrara”. L’intervista è stata ovviamente riproposta nel blog dello stesso Risé, ma era sfuggita all’aggregazione di Tocqueville a motivo della sua recente chiusura per lavori di manutenzione. Questa mattina ho pensato di segnalare l’intervista. Che cosa è accaduto?
È accaduto che il mio post, contenente il semplice link al blog di Risé, ha ricevuto il pallino rosso da Tocqueville. Ciò significa che il post è ritenuto in contrasto con i principi e i valori a cui si ispira il sito-aggregatore.
Ora, non mi sfugge che sono tanti e con opinioni differenti i volontari che si prestano al lavoro di aggregazione di Tocqueville; è chiaro poi che Tocqueville lascia ai volontari ampi margini di discrezionalità nella decisione di conservare o rigettare i post da aggregare; sono infine convinto che questa mattina il “mio” post è stato bloccato solo perché filtrato dalla persona “sbagliata” - un altro volontario avrebbe probabilmente acceso la luce verde. Tutto questo premesso, mi pongo una domanda ovvia, banale: che cosa il nostro buon volontario ha trovato di talmente disdicevole nell’intervista di Risé da trovarsi costretto a cestinarla? Chi leggesse l’intervista scoprirebbe che non c’è in essa assolutamente nulla di offensivo e pericoloso, o comunque nulla di contrario ai principi di Tocqueville! Leggere per credere.
Secondo alcuni volontari di Tocqueville, c’è però un aspetto che non va in quell’intervista: l’intervistato.
Ho infatti la netta sensazione che, per certi signori o certe signore di Tocqueville, Claudio Risé sia detestabile e, quindi, da ostracizzare per altre opinioni e per altre iniziative. Mi riferisco al suo impegno a difesa del ruolo dei padri, al suo denunciare cause ed effetti della femminilizzazione della società occidentale, al suo sostegno alla terapia riparativa dell’omosessualità. Cosa ancor più inaccettabile per certi signori o certe signore è il ‘peccato originale’ di Risé, cioè il fatto che egli si muova in ambito cattolico. Val la pena ricordare che il professore dirige una collana di psicologia della San Paolo, quella che, per intendersi, ha come suo primo titolo Oltre l’omosessualità, dello psicoterapeuta americano Joseph Nicolosi.
Molte cose si possono dedurre dall’accaduto. Le lascio agli eventuali lettori di questo post (se poi si tratterà di lettori di Tocqueville, non so, per ovvi motivi). A me basta dire che sono contento di fare la mia piccolissima parte per diffondere le idee e partecipare alle iniziative di gente in gamba come, in questo caso, Claudio Risé e Giuliano Ferrara.
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