Friday, February 15, 2008

Lourdes

Riporto l'intervista di Vincenzo Sansonetti a Vittorio Messori comparsa su Oggi del 14 febbraio 2008, dal titolo “A Lourdes la fede arde da 150 anni”.

Alle origini di Lourdes c’è esclusivamente la testimonianza di una ragazzina di 14 anni ignorante, malata, povera. Non è possibile che si sia trattato solo di allucinazioni?

«Bernadette Soubirous, la pastorella di Lourdes, è stata sottoposta a numerose visite di specialisti e commissioni di medici, molti dei quali non credenti o non cattolici. Non è mai sorto un solo dubbio sulle sue condizioni psichiche. Per tutta la vita ebbe il carattere schivo, solido, pragmatico, delle sue origini contadine. Prima e dopo le apparizioni del 1858 non ebbe altre manifestazioni mistiche. Anzi, si schermiva, talvolta con durezza, se la trattavano come una carismatica, una veggente, dicendo: “La Signora mi ha già detto tutto quel che c’era da dire. Da allora sono di nuovo come tutte le altre, non ho più visto né sentito niente”».

Può esserci stato allora un interesse economico, o magari il bisogno di protagonismo di una adolescente emarginata?

«Bernadette disse che la Signora le aveva affidato tre segreti, cioè tre indicazioni che riguardavano soltanto lei e che dunque doveva tenere per sé. In effetti, non ne volle mai parlare ma, da molti indizi, sembra che uno di quei segreti a uso personale riguardasse la proibizione di accettare denaro. In effetti, ogni volta che qualcuno cercò di metterle in mano o nella tasca del grembiule qualche moneta, o anche solo un dono modesto, pur essendo di solito mite e timida ebbe reazioni dure di rifiuto immediato, radicale. Non soltanto: dovette scongiurare i suoi parenti, anche qui con severità insolita in lei, perché essi pure non approfittassero in alcun modo della imprevista notorietà. «A proposito di notorietà, Bernadette la cercò così poco che, per sfuggirle, prima si ritirò come addetta alla cucina e alle pulizie in un convento di suore di Lourdes, implorando che non la mostrassero ad alcuno, nemmeno ai vescovi e ai cardinali che volevano vederla. Poi, resasi conto che, mentre nasceva il grande pellegrinaggio, era impossibile restare nella sua città senza essere coinvolta, chiese di essere accolta in un monastero di clausura a Nevers, a centinaia di chilometri di distanza».

È vero che suor Bernadette non parlò più con nessuno delle apparizioni?

«Sì. Varcando la porta del monastero disse: “Sono venuta qui per nascondermi”. E, in effetti, per tutti gli anni che le restarono, rimase celata, subendo spesso umiliazioni dalle stesse consorelle e rifiutando sempre di parlare della apparizioni, avendo già detto tutto quanto c’era da dire. Non dimentichiamo che Bernadette è stata proclamata beata e successivamente santa attraverso lunghi e severi processi canonici: ogni aspetto della sua vita è stato scrutato e vagliato. Il risultato fu che, in lei, non fu trovata traccia né di spirito visionario, né di interesse materiale, né di tentazioni esibizionistiche».

Le apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa sono state numerose. Come mai proprio Lourdes è divenuto il maggior santuario mondiale, con sei milioni di pellegrini in media all’anno?

«Stando, ovviamente, solo sul piano umano, si potrebbe osservare che questo fu il primo santuario collegato alla ferrovia che permise pellegrinaggi di massa, per giunta con malati al seguito. Non si deve dimenticare, poi, che la Francia era allora (e lo restò per molti decenni) il Paese più ricco e più sviluppato d’Europa, con un cattolicesimo molto intraprendente, che di quel luogo fece il punto di incontro e di preghiera prediletto. Proprio in Francia, poi, era più viva la polemica contro la Chiesa, con governi massonici che la perseguitavano e con un ambiente intellettuale che affermava che, nella nuova luminosa età della Scienza, non c’era più posto per le superstizioni religiose. Le apparizioni, dunque, furono colte dai credenti come un prezioso appoggio del Cielo alla loro resistenza contro l’incredulità e furono valorizzate come meritavano. Inoltre, fu decisivo il fatto che, da subito, la fede della gente comprese che questo era anche un luogo di guarigione, un luogo dove una Madre consolava i suoi figli infermi non soltanto nello spirito, ma anche nel corpo».

Ma la fama di Lourdes non è un po’ abusiva? In fondo, in 150 anni sono passati centinaia di milioni di pellegrini, molti ammalati. Eppure i miracoli, le guarigioni «scientificamente inspiegabili», come vengono definite, sono solo 67...

«Bisogna intendersi: i dossier di guarigioni conservati negli archivi del Santuario sono molte migliaia. Tra questi casi, ne sono stati scelti soltanto 67, che valgono come “esempi” assolutamente sicuri. In effetti, Lourdes è il solo santuario del pianeta (non solo nel mondo cristiano, ma di tutte le religioni), che abbia una struttura specializzata, il celebre Ufficio di constatazione medica, che prende in esame i casi denunciati di guarigione prodigiosa».

Come si arriva a riconoscere il «miracolo»?

«Per arrivare sino alla dichiarazione di “scientificamente inspiegabile“ da parte dei medici, e poi alla proclamazione del miracolo da parte della Chiesa, occorrono anni di studi, di interrogatori, di esami, di visite, di consulti, da parte di una Commissione i cui membri non vengono scelti per la loro religione, ma per la loro competenza. Basta un minimo dubbio perché casi anche clamorosi siano scartati».

Qual è a Lourdes il significato della guarigione fisica?

«È importante ricordare che la guarigione fisica, nella prospettiva cristiana, è solo un segno della guarigione vera, che è quella dell’anima, liberata dal male del peccato. In questo senso si può dire che non c’è pellegrino di Lourdes che non torni “sanato”, anche se i suoi guai fisici continuano: essi, però, acquistano un nuovo significato alla luce della fede. Alla Grotta si trova la serenità, si comprende che il cristiano è chiamato a partecipare alla croce di Gesù e che Egli può consolarci. Non a caso, tra i tanti primati Lourdes ha anche quello di luogo dove c’è il maggiore numero di confessioni e dove di più ci si accosta all’eucaristia».

Qual è l’atteggiamento della Chiesa verso questo santuario?


«È certamente quello cui la Santa Sede ha dedicato negli ultimi due secoli più attenzione e incoraggiamento. Intendiamoci: per la Chiesa tutto ciò che il cristiano può e deve sapere sta nella Sacra Scrittura e nella Tradizione. La Rivelazione è chiusa una volta per tutte con la morte dell’ultimo Apostolo e non sono ammesse aggiunte. Dunque, credere nelle apparizioni mariane e nei loro messaggi (che, peraltro, se comunicassero cose “nuove“ sarebbero certamente da respingere) non è un obbligo per un cattolico. Quando il vescovo del luogo, dopo una seria indagine, proclama che un simile evento misterioso è davvero avvenuto, nessuno è tuttavia obbligato ad andarvi in pellegrinaggio. Anzi, si rimarrebbe un buon cattolico anche se, dopo avere ben studiato il caso, si arrivasse in coscienza alla conclusione che il fatto non è autentico. Difficile giungere a questo, viste tutte le precauzioni e le inchieste della Chiesa prima di esporsi. Ma, almeno in teoria, sarebbe possibile questo “rifiuto”».

Qual è stata la posizione dei Papi verso le apparizioni?

«I Papi hanno sempre molto amato Lourdes. Anche Benedetto XVI vi si recherà di certo quest’anno, nella seconda metà di settembre. Nei Giardini Vaticani vi è addirittura una riproduzione perfetta, in grandezza naturale, della Grotta, ed è tradizione dei Pontefici recitarvi ogni giorno il rosario».

Per gli uomini d’oggi, il pellegrinaggio è ancora attuale?


«Più che mai. Non a caso, negli ultimi decenni hanno subito un calo le vocazioni, il numero dei praticanti e molte devozioni religiose. Una sola cosa non ha subito flessioni. Anzi, è sempre aumentata: l’afflusso dei pellegrini ai santuari. Soprattutto mariani. E, direi, soprattutto a Lourdes».

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