Monday, February 04, 2008

Magdalene, una bufala! Parte seconda

Un paio di giorni fa, ho riportato un Antidoto di Rino Cammilleri dedicato al film Magdalene. Un visitatore del mio blog ha commentato che sarebbe in corso una sorta di “mistificazione alla rovescia”: a suo dire, il fatto che il libro di Kathy O’Beirne racconti eventi autobiografici mai verificatisi nella casa di correzione irlandese gestita da suore cattoliche non toglie nulla al film del regista Peter Mullan. Quest’ultimo non ha mai dichiarato di aver usato il libro della O’Bierne come fonte per realizzare Magdalene, ma si sarebbe ispirato ad un documentario intitolato “Sex in a Cold Climate”. Ergo, chi parla di Magdalene come di una bufala sta semplicemente intorbidando le acque.
L’obiezione mi sembra meritevole di attenzione e, se avessi tempo da dedicarle, andrebbe verificata. Se poi emergesse che non c’è effettivamente legame tra il libro e il film, non avrei difficoltà ad ammetterlo. Ho tuttavia fortissimi dubbi che la questione si possa risolvere in modo così semplice.
Per quanto mi riguarda, il cuore della faccenda è un altro. Ho chiamato in causa il film Magdalene perché esso costituisce un ennesimo caso di disinformazione anticattolica, per non dire di linciaggio mediatico del cattolicesimo. Ormai non si contano più le calunnie volte a suscitare ostilità e pregiudizi verso la Chiesa di Roma. Esempi recenti e tra i più eclatanti sono Il Codice da Vinci - thriller infarcito di castronerie su Gesù Cristo, l’Opus Dei e il Vaticano; i processi americani contro preti accusati di pedofilia, la maggior parte dei quali si sono poi dimostrati privi di qualunque riscontro reale; il video della BBC Sex, Crimes and the Vatican, una manipolazione di fatti e documenti attraverso cui si è cercato di gettare fango anche su Benedetto XVI. Con l’anticattolicesimo risuona nelle orecchie il vecchio slogan: “Calunnia, calunnia, qualcosa resterà”.
Torniamo allora alle Magdalene Laundries, di cui si parla nel film di Mullen. Al riguardo, credo sia utile riproporre delle informazioni che possano aiutare a comprendere meglio di che cosa si è trattato. Realisticamente, non spero affatto di attenuare l’animosità di qualche anticlericale di passaggio. Diffondo invece queste informazioni soprattutto a beneficio di eventuali lettori cattolici. Chissà che uno, due o tre di essi non riesca(no) a vederci più chiaro in questa brutta storia e a ridurre i motivi per cui vergognarsi della Chiesa! Se così fosse, mi riterrei più che soddisfatto.

Magdalene. Io, cattolico indignato, di Vittorio Messori, Corriere della Sera del 14 settembre 2002.

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