In un post di qualche mese fa, buttai giù frettolosamente alcune considerazioni sulle bizzarre opinioni del teologo Vito Mancuso. Le mie perplessità di cattolico comune trovano adesso conferma nientepopodimeno che sull’Osservatore Romano e su Civiltà Cattolica, il quindicinale dei Gesuiti.
Va chiarito che a sorprendere non sono le tesi espresse da Vito Mancuso in L’anima e il suo destino. Teologi (sedicenti) cattolici che sfornano libri eterodossi ci sono sempre stati e non mancheranno anche in futuro.
No, sorprende e dispiace, semmai, il fatto che questo libro abbia ricevuto l’apprezzamento del cardinale Carlo Maria Martini. Ora, che un porporato associ il suo nome al lavoro di un dissidente costituisce di per sé una circostanza anomala. Ma c’è ben più di questo. C’è che, nell’ultimo conclave per l’elezione del Pontefice, insieme al cardinale Joseph Ratzinger, l’altro grande candidato alla guida della barca di Pietro fosse proprio … Carlo Maria Martini!!! Se non sapessimo che lo Spirito Santo guida l’elezione del Papa, dovremmo tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo.
Detto questo, vorrei aggiungere, anche a rischio di apparire incoerente, che la vicenda Mancuso non dovrebbe indurre i cattolici a trascurare gli scritti di Carlo Maria Martini. Per quanto mi riguarda, ho appena finito Le virtù (ediz. In dialogo, 2002), libricino in cui sono raccolte delle utili riflessioni dell’allora Arcivescovo di Milano sulle virtù cardinali e teologali. Su una delle virtù umane già esaltate dalla sapienza pagana, prima ancora che dal cristianesimo, troviamo dei passaggi particolarmente significativi. Guarda caso, riguardano proprio la “prudenza”.
Lascio adesso la parola a Sandro Magister e al suo Un teologo rifà da capo la fede cattolica. Ma la Chiesa dice no.
Segue la puntata di Otto e mezzo del 10 ottobre scorso con Vito Mancuso ospite in studio.
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