Perché si fa tanta fatica a smettere di fumare? È solo perché l’assunzione di nicotina crea dipendenza, alla maniera di tutte le droghe? No, non solo. A ben guardare, c’è un altro motivo: fumare è un piacere, e ai piaceri è dura dire di no. Qualche giorno fa, su il Giornale, Filippo Facci evidenziava questa semplice verità con riferimento alle sostanze stupefacenti; da parte mia, la sottolineo anche per quanto riguarda le sigarette. La questione, al fondo, sta tutta qui: la nicotina dà certamente dipendenza, ma senza il piacere derivante dall’inalazione del fumo e dalla gestualità collegata alla sigaretta, ci si libererebbe dal vizio con molto meno sforzo.
Bene, da questa premessa, si sarà capito che fumare non è cosa estranea a chi scrive. E proprio perché non lo è, ho messo mano a questo post con una punta di fierezza, di autocompiacimento. Infatti, fra pochi giorni saranno 7 mesi che non tocco una sigaretta. “Ma senti senti che notizia!”, potrebbe dire qualcuno, “C’è quasi da commuoversi!”. Lo capisco, è faccenda privata, ma per uno che ha iniziato a fumare a 14 anni, che ha continuato per i successivi 25, raggiungendo negli ultimi tempi la rispettabile quota di un pacchetto e mezzo di Camel al giorno, si tratta di un risultato notevole.
Sono fiero di non essere ricorso ad alcun farmaco di sostegno. Non che ci sia nulla di criticabile nel far uso di cerotti, spray, pillole o altre diavolerie per aiutarsi a perdere il vizio, ci mancherebbe! Cionondimeno, smettere in modo, diciamo così, ‘nudo e crudo’ ha dato un sapore tutto particolare a quella che è stata un’autentica impresa.
Non sono e non mi reputo definitivamente libero dal tabagismo. Anzi. Nelle mie fantasie mi vedo mentre accendo e fumo 3 sigarette nello stesso momento. La battaglia è appena iniziata. Un amico mi ha detto che ancora lo assale il desiderio di fare qualche tirata. E sono vent’anni che ha smesso!
Le esperienze e i fallimenti di tanti ex fumatori insegnano che, quando si volta pagina, non bisogna mai abbassare la guardia: fuma anche una sola sigaretta e, zac, ricominci come e più di prima. Il rischio sempre incombente di ricadere nel vizio, vanificando tempo e sacrifici per un momento di debolezza, mi fa spesso maledire il giorno in cui accesi la mia prima sigaretta.
Si dice che il dolore rende saggi e unisce gli uomini. Fatte le dovute proporzioni, comprendo sempre più la tragedia di quei poveracci che finiscono nel tunnel della droga: se io ho incontrato tante difficoltà solo per smettere di fumare sigarette, che cosa mai deve essere liberarsi dalla tossicodipendenza vera e propria? Fumare (o drogarsi) sarà pure un piacere, ma, sia che ci si abbandoni al vizio sia che si cerchi di uscirne, che prezzo si paga!
In conclusione, non mi resta che da vedere come va a finire questa storia! Nel frattempo, mi do coraggio pensando che se sono stato capace di arrivare sin qui dopo 25 anni di onorata vita da fumatore, posso anche mettere ordine in altre faccenducole che mi trascino da tempo. E Dio sa se ci sono cose da fare!
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