Monday, November 06, 2006

Radicali Italiani e Riformatori liberali: per un cattolico, pari sono

Prendo spunto da un post di Stato Minimo per dire la mia sulle due anime del radicalismo italiano, di cui si parla tanto in questi giorni, vuoi per il teatrino messo in scena da Pannella-Bonino e Capezzone, vuoi per il manifesto dei Riformatori Liberali. Cosa ancor più importante, vorrei spendere qualche parola sulla questione cattolicesimo-liberalismo-radicalismo.
Detto in modo sbrigativo, Pannella, Capezzone, Bonino & C. mi sono sempre sembrati degli sbandati, dei senza regole, con tutto il loro professarsi liberali, liberisti e libertari. A mio parere, i leader radicali non sono molto diversi da quegli adolescenti a cui i genitori hanno sempre rifiutato qualche salutare scapaccione. Non mi piace il loro laicismo esasperato, senza limiti e intollerante, che confina poi con il relativismo. Non mi piace il fatto che, per loro, il liberalismo coincida con l’anticlericalismo, come dice anche Stato Minimo.
E i Riformatori Liberali? Da una lettura del loro manifesto, Diamo un’anima libertaria al centrodestra, mi sembrano emergere delle indicazioni rilevanti per un cattolico.
1. Politica interna. I Radicali di Pannella si sono alleati con il centrosinistra ritenendo che questo possa più facilmente attuare le loro istanze riformiste; i Radicali di Della Vedova si schierano invece col centrodestra, riconoscendo in quest’ultimo una volontà riformista più concreta e seria. Fin qui, nulla da segnalare. Si tratta di tatticismi frequenti in politica.
2. Scontro di civiltà. I Radicali di Pannella difendono l’Occidente in nome del liberalismo, ma non vogliono sentir parlare di origini cristiane della sua civiltà, perché hanno in odio la Chiesa cattolica e qualunque religione; i Riformatori Liberali accettano le radici cristiane dell’Occidente, dato che hanno tra le loro fila dei cattolici. Va bene che il mondo è bello perché è vario, ma, pensando proprio ai cattolici che si schierano con i riformatori di Della Vedova, conviene scavare un po’ più a fondo sulle differenze.
3. Temi sociali. Qui, secondo me, casca l’asino. Infatti, entrambi spingono, in nome della libertà e con sfumature più o meno accentuate, in favore della sperimentazione sulle cellule staminali, l’eutanasia, i PACS nonché i matrimoni e le adozioni gay.
A naso, mi sembra che qualcosa sfugga ad un cattolico che, tra visione liberale, liberista e libertaria, da una parte, e i propri riferimenti religiosi, dall’altra, non vede una contraddizione. È sufficiente dire, come fa qualche cattolico radicale, che il dilemma si risolve con il fatto che il credo religioso rimane nella sola sfera privata? Ma si può veramente condividere o lasciar passare in sede pubblica ciò che contrasta con le proprie convinzioni religiose? E tutto ciò in nome della libertà? Anche quando il sostegno a questa ‘libertà’ vuol dire contrastare l’idea cristiana di società libera? Delle due l’una, o non si è compreso molto del cattolicesimo, oppure non può un liberale, che sia anche cattolico, vedere nel radicalismo (Radicali Italiani o Riformatori Liberali) un punto di riferimento politico.


Si veda anche Capezzone il cialtrone.

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