Wednesday, November 22, 2006

Ma quei prof umiliati sono uomini o caporali?

In questi giorni si fa un gran parlare degli episodi di violenza nelle scuole da parte di adolescenti ai danni di coetanei. Lungi da me aggiungere ulteriori parole alle tanto sagge e meditate interpretazioni del fenomeno (crisi della famiglia, crisi della scuola, crisi della società, assenza di responsabilità individuale, buonismo imperante, il ’68, la foca monaca, il gelato Sammontana…). Qui vorrei solo citare un brano di un articolo comparso oggi su Il Giornale e fare delle osservazioni da bar.
Ne ‘I prof umiliati difendono i bulli e Fioroni se la prende coi reality’, Nino Materi cita alcuni esempi di prepotenze di studenti ai danni, questa volta, di insegnanti:
Prendete, ad esempio, il docente di Italiano dell'istituto agrario «Kennedy» di Monselice (Padova) al quale i suoi alunni sono arrivati addirittura a «impacchettare» la testa in un foglio di giornale: uno dei video della vergogna più cliccati sul web.
La scena choc si conclude con il professore che si limita a dire: «Allora, la smettete?».
Un atteggiamento incredibilmente soft che il docente veneto conferma anche ora che il «film» è diventato di dominio pubblico: «Si è trattato di uno scherzo di cui non avevo più memoria...». Dello stesso tenore le dichiarazioni del suo collega al quale uno studente ha quasi ribaltato addosso la cattedra; idem per il docente a cui un allievo punta una pistola (giocattolo, si spera) alla tempia e del professore di educazione fisica al quale un alunno abbassa il pantalone della tuta: scene impietosamente immortalate dai telefonini e da qui inserite in rete alla stregua di trofei scolastici. «Goliardia», eccola la parola giustificazionista più usata dai professori entrati nel mirino dei bulli, ai quali i docenti vessati non solo non rifilano due bei calci nel sedere (rischiando però così di passare dalla parte del torto e magari di venire linciati da genitori e mass media) ma nei cui confronti riservano parole fin troppo comprensive: «Si tratta di ragazzi vivaci che vanno recuperati...». Con qualche ceffone? Guai a usare le mani: queste possono alzarle solo gli studenti sui professori.

Domando: ma dov’è finito l'amor proprio, la dignità, l'orgoglio di questi insegnanti? Come può un uomo accettare di essere trattato nei modi sopra descritti da uno stronzetto di 16, 17 o 18 anni? E per quale motivo questi insegnanti non prendono a ceffoni e a calci in culo i suddetti stronzetti? Per non ‘venire linciati da genitori e mass media’!!!
Io non credo che un uomo possa rimanere indifferente in situazioni simili; non credo che si possa vivere in pace con se stessi lasciando correre tali episodi di prepotenza. Come possono degli uomini continuare a guardarsi nello specchio e a guardare negli occhi le proprie mogli, sapendo di non aver reagito? E con quale autorità morale possono insegnare ai propri figli? Sono questi gli educatori di sesso maschile che fanno scuola nelle nostre scuole? Non sono sicuro che si tratti di casi isolati. E non mi sembra inopportuno parafrasare Cesare Pavese: ciò che è toccato loro non è per caso che è toccato.

No comments: