Nello scambio di opinioni tra Nullo e il sottoscritto, si è arrivati ad un punto chiave. Il mio amico, a commento del post ‘Ciò che rispetto dell’Islam’, pone questo interrogativo: “Che cosa non va nelle famiglie a due madri o due padri?”.
La domanda è centrale a tutta la questione che stiamo dibattendo - identità e crisi dell’Occidente – e tocca un problema che, almeno a mio avviso, costituisce uno dei sintomi della crisi in cui versa la nostra società.
Ecco la mia risposta.
Per crescere in modo equilibrato, un bambino ha bisogno di una figura genitoriale maschile e di una femminile. Ciascuna figura comunica, per sua natura, qualcosa di unico e inimitabile. Non ci si può stancare di dire che entrambe le figure sono indispensabili allo sviluppo della personalità di un bambino.
In un gay la coscienza della propria identità, maschile o femminile, è confusa. Egli/ella non è né compiutamente uomo, né compiutamente donna. Per questo motivo, adottando un bambino, i gay non possono compiutamente trasmettergli né la figura paterna, né la figura materna. Quindi, se i ‘genitori’ hanno lo stesso sesso, essi comunicheranno al bambino solo confusione di identità e di ruoli. Il piccolo, cioè, non imparerà che cos’è il maschile e che cos’è il femminile proprio perché i suoi ‘genitori’ non lo sanno neppure loro. La personalità del bambino adottato si svilupperà in modo altrettanto confuso di quella dei suoi genitori, con danni rilevanti dal punto di vista psicologico.
Non mi sembra necessario scomodare Dio per riconoscere che l’ordine naturale è giusto così com’è. Sono gli uomini ad essere tentati di modificarlo (anche questo è delirio di onnipotenza, come scrivo nel post). Se vogliono opporsi alla natura e modificarne le leggi, gli uomini hanno piena libertà di farlo. Peccato però che a pagarne le conseguenze saranno, oltre che gli adulti, anche e soprattutto i bambini.
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