Ricordate il recente caso della direttrice del popolare tabloid inglese “The Sun”, condannata dai giudici per percosse al marito? Relegato tra le curiosità, tipo “Un uomo morde un cane”, l’episodio ha destato l’attenzione dei giornali italiani soprattutto per la posizione ricoperta dalla protagonista. La verità è che la violenza sui maschi non è un evento sporadico, come dimostra l'articolo dal titolo “Canada, metà delle donne violenta il partner”, pubblicato oggi su Libero.
La notizia costituisce un’ennesima conferma di quanto sostengo in altri miei post: in senso lato, il maschio occidentale non è oggetto di un continuo lavoro di demolizione, ... è già bello e finito. Ciò che non è entrato nel patrimonio condiviso degli esperti è che il gioco al massacro inizia sin dall’infanzia, all’interno delle famiglie di origine, per poi continuare nella società.
E adesso, lascio lo spazio all’articolo di Libero.
«In Italia di ciò si sa poco o nulla. Mentre il resto del mondo già da tempo cerca di far fronte al problema.
Il riferimento è a un dato che lascia sconcertati: quello cioè relativo al fatto che sempre più spesso nelle liti familiari a prenderle, o addirittura a finire stuprati, sono gli uomini. E’ ciò che si evince da uno dei pochi siti internet attivati per offrire aiuto all’uomo che subisce abusi di ogni genere: http://www.aest.org.uk/survivors/male.
Secondo i coordinatori del sito le violenze sull’uomo negli ultimi anni sono drasticamente aumentate. L’FBI dice che in America un uomo su cinque prima dei 18 anni viene sessualmente molestato da una donna.
Mentre si stima che, sempre in Usa, il 20% delle vittime di violenza carnale negli adulti riguardi esponenti del sesso forte: in America del Nord in un anno vengono in particolare malmenati dalle compagne più o meno 835 mila individui di sesso maschile.
Gli studiosi sostengono che le violenze sessuali a danno degli uomini avvengono soprattutto nelle famiglie, e quindi non solo in quei contesti tipicamente legati a simili fatti di cronaca come carceri, esercito e istituti per minori.
Mancano ancora dati relativi all’Italia. In compenso ci sono quelli che si riferiscono al resto del Vecchio continente. La situazione in Francia è tutt’altro che rosea, come testimoniano i dati raccolti dalla sociologa Sophie Torrent, autrice del libro (recentemente pubblicato) “L’homme battu: un tabou au cour du tabou”, e della psichiatra Marie-France Hirigoyen autrice del libro “Femmes sous”.
Le due ricercatrici francesi sostengono che il fenomeno è sottostimato perché «una donna picchiata trova ascolto nella società e nei centri di accoglienza. Invece l’uomo si sente ridicolo». Un dato che emerge su tutti è quello relativo al fatto che su 100 casi complessivi di violenza coniugale, 15 sono a danno degli uomini.
Sono circa il 10% le telefonate ricevute da Sos Violenze familiari, ente d’oltralpe che si occupa di risolvere i conflitti coniugali, riguardanti episodi di violenza nei confronti del sesso forte.
Il fenomeno è identico in Gran Bretagna. Anche in questo caso sempre più spesso gli uomini sono la parte debole: relativamente alla popolazione adulta che subisce abusi di natura fisica e psicologica, la percentuale di maschi è ufficialmente dell’8%, ma si stima che il dato sia in difetto e che il 20% sia più realistico.
Il Paese dove il fenomeno infine sembra essere più drammatico è il Canada. In questo caso risulta che il 54% della violenza domestica sia subita dagli uomini».
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