Libero oggi in edicola pubblica un articolo intitolato ‘Sesso omo e autoerotismo. La scuola di Zapatero’. Si fa menzione ad una guida per ragazze dagli 11 ai 18 anni, distribuita nelle scuole dal governo regionale Castilla-La Mancha in 14mila esemplari, poi ritirata per le proteste dei genitori.
Questa ‘Guìa para chicas’, in 4 volumetti, è stata redatta dalla professoressa Maria José Urruzola Zabalza che, precisa l’articolista, è stata “pluripremiata al ‘Concorso per il materiale didattico non sessista Emilio Pardo Bazàn’, organizzato dal Ministero dell’Educazione”.
L’articolo riporta i seguenti brani tratti dal primo volumetto del manuale.
«L’inizio dell’autostima è avere una relazione positiva con il proprio corpo. Per questo ti può aiutare guardarti nuda nello specchio, accarezzarti con tenerezza, masturbarti, abituarti a percepire le tue sensazioni. (...) Se farai così sarai più a tuo agio con te stessa, ti sentirai meglio, sarai più soddisfatta e sicura di te, ti aiuterà a non avere complessi».
Fin qui, almeno a mio avviso, le parole della professoressa fanno giusto inarcare un sopracciglio. Il pezzo forte, però, viene subito dopo, quando si passa ad un altro genere di suggerimenti. «Cercati un’amica per massaggiarti, rilassarti, lasciarti andare, ... sicuramente ti sentirai come trasportata su un’altra galassia». Proseguiamo (il grassetto è mio). «E se ti piace una ragazza? Certamente ti sarai sentita dire che ti dovrebbero piacere i ragazzi, ma se ti informi bene e ci pensi un po’ su scoprirai che la normalità è scambiare amore e relazioni sessuali con qualunque persona, dell’altro sesso e del proprio». Il tutto, informa l’articolista, è supportato nel manuale da disegni che ritraggono due ragazze nude che si accarezzano.
L’articolo continua facendo notare che: “Di fatto però il libro sconsiglia le faticose e impegnative relazioni etero; nel secondo opuscolo della serie, col pretesto di insegnare come si evitano le aggressioni, si rappresentano gli uomini come esseri sbavanti e molesti, potenzialmente pericolosi”. L’ultima precisazione dell’articolo (sempre mio il grassetto) è: “Dietro a tutto questo c’è un progetto culturale ben preciso. L’Istituto della donna e la Giunta dei Comuni di Castiglia-La Mancha vuole (sono parole della direttrice) «modificare il pensiero, fino a creare un nuovo modello di donna».” Ecco fatto, il cerchio è chiuso.
Per quanto mi riguarda, penso solo questo: siamo appena all’inizio.
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