Aggiornamento. Dal Foglio di oggi
Analisi di una sconfitta pazza
Persa la scommessa della politica, la politica farà i conti con i temi etici
La lista per la moratoria “Aborto? No, grazie” aveva chiesto agli italiani un voto per portare in Parlamento non soltanto il dibattito sul tema cruciale, ma anche un gruppo di persone capaci di promuovere con competenza la difesa della vita maltrattata. In attesa dei numeri precisi, che ancora non conosciamo, va riconosciuto senza indulgenza che così non è stato: il risultato delle urne è disastroso, anche se meritano un grazie tutte le persone che invece alla nostra scommessa politica hanno creduto. Ma scommessa politica era, appunto. E dunque sconfitta politica: non siamo riusciti a tradurre nel linguaggio di una competizione elettorale la forza di un dibattito culturale, civile, etico. Va riconosciuto l’errore di metodo: una lista “single issue” non era il modo efficace per fare politica attorno a una questione decisiva come l’aborto, l’eugenetica e la manomissione della vita umana. E’ stato un errore anche scommettere di potercela fare lottando a mani nude, con un’organizzazione volontaria e generosa ma largamente improvvisata. Senza l’apparentamento su cui si era inizialmente confidato, correre da soli, e anche con un certo orgoglio di farlo, è stata una scelta avventurosa, dunque imprudente, tanto più grave in una campagna a polarizzazione spinta e dominata all’orizzonte dal voto utile.
Que rest-il de nos amours? Tutto ovviamente, una volta pagato pegno al conteggio delle schede, per quel che riguarda ragioni, idee, passione di una battaglia che troverà la strada per proseguire sul terreno su cui è partita: cultura, idee, informazione, agitazione. Tutto resta della splendida avventura umana intrapresa con i candidati e i sostenitori di una lista che fin da subito abbiamo definito pazza. Gli italiani hanno dichiarato che non si fa partito sull’aborto. Ma la pillola Ru486, il testamento biologico, i protocolli applicativi della legge 194 e le linee guida della legge 40 sulla fecondazione artificiale saranno tra i primi temi con cui il governo dovrà misurarsi e su cui, in Parlamento, un cospicuo corpo trasversale darà battaglia. Insomma, i temi etici possono essere tenuti fuori dalla campagna elettorale, ma non dall’attività del governo e del Parlamento. Intorno alla vita maltrattata non si fa politica elettorale nel modo da noi scelto, ma si dovranno prendere decisioni dure e difficili. Speriamo buone decisioni e buone leggi. Resta, ultimo ma non ultimo, che l’insorgenza della biopolitica è un fattore destinato a crescere. Si tratta della sconfitta di una lista pazza, attraverso la quale è però stata rotta una opaca congiura del silenzio.
No comments:
Post a Comment