Wednesday, April 26, 2006

E Libero di Feltri avanza alla grande

Su segnalazione di Dietro le linee nemiche, riporto anch'io i dati diffusi da Dagospia (con tanto di commento di Italia Oggi) sul recente aumento di vendite di 'Libero' e 'il Giornale'.

“LIBERO” (+71%) E “IL GIORNALE” (+16,1%) FANNO BOOM...
Sono stati pubblicati i dati relativi alla diffusione dei quotidiani italiani nel mese di marzo 2006 rispetto allo stesso mese del 2005. Il record di vendite spetta a "Libero" di Vittorio Feltri che nel mese scorso si è attestato sulle 122.374 copie (+71,1% rispetto a marzo 2005). Infatti, a marzo di un anno fa "Libero" vendeva appena 71.500 copie. "Il Giornale" di Maurizio Belpietro raggiunge le 229.548 copie (+16,1% rispetto alle 197.726 copie del marzo 2005). Il "Corriere della Sera" diretto da Paolo Mieli, che l'8 di marzo nel suo editoriale si è schierato a favore dell'Unione, ha avuto una crescita del 3,7%, salendo a 670.000 copie vendute rispetto alle 650.000 del marzo 2005. "La Repubblica" invece passa dalle 621.400 a 634.000 copie (+2%), "Avvenire" arriva a superare le 109.000 copie con un incremento dell'1,7% rispetto alle 107.304 del mese di marzo di un anno fa. "Il Sole 24 Ore" (+1,5%) si attesta sulle 352.332 copie (5.285 copie in più rispetto a un anno fa), mentre "Il Messaggero" (+1%) si attesta sulle 226.450 copie a marzo 2006. (Elmar Burchia)


COME SI SPIEGA IL BOOM DI FELTRI E BELPIETRO?
Claudio Plazzotta per Italia Oggi

La dichiarazione di voto di Paolo Mieli dello scorso 8 marzo, in cui il direttore schierò il Corriere della Sera con il centro-sinistra, non avrà fatto perdere copie al quotidiano di via Solferino. Quello che al momento è certo, tuttavia, è che le ha fatte guadagnare, in maniera esplosiva, a Libero e al Giornale. Le due testate, entrambe vicine al centro-destra e molto forti in Lombardia, hanno infatti chiuso un mese di marzo a dir poco da incorniciare. Con perfomance diffusionali stupefacenti che proseguono pure nella prima metà di aprile. Il quotidiano di Vittorio Feltri, in marzo, ha avuto una media dichiarata alla Fieg di 122.374 copie al giorno, con un +72,2% rispetto al marzo del 2005. Nelle prime due settimane di aprile è alla strabiliante quota di 145 mila copie (record monstre di 170 mila copie l'11 aprile).

Il Giornale, invece, ha messo a segno una media Fieg di 229.548 copie, +16,1% sullo stesso mese dell'anno precedente. E in aprile il trend prosegue, con +35 mila copie sull'aprile 2005.
Come si spiegano questi incrementi? "Beh, in marzo noi abbiamo avuto una concomitanza di eventi, ulteriori al fisiologico aumento da campagna elettorale. C'è stato il lancio di un gioco per fidelizzare i lettori", spiega Gianni Di Giore, direttore generale di Libero, "poi l'abbinata col libro Tutte le balle su Berlusconi, di cui abbiamo venduto oltre 700 mila copie, quindi lo sciopero dei giornalisti il 18 marzo, a cui noi non abbiamo aderito diffondendo, quindi, più copie del solito. Ma l'effetto Mieli c'è stato. Da un giorno all'altro abbiamo guadagnato 25 mila copie. E nei monitoraggi che facciamo in edicola, sono circa 50 mila le copie che Il Corriere ha perso dal 9 marzo, da quando Mieli ha dichiarato di votare per Prodi".

In Rcs sono ormai settimane che manager e direttori si affannano a dichiarare che Il Corriere della Sera non ha invece perso nulla, anzi ha guadagnato dopo l'esternazione. E in effetti il dato dichiarato da via Solferino alla Fieg parla di 670 mila copie medie in marzo, con un +3,7% sul marzo 2005.
Tuttavia, fanno sapere gli analisti di Libero e del Giornale, il calo in edicola c'è stato, compensato da altre operazioni (abbinate con la Gazzetta dello Sport, distribuzioni del giornale in alberghi e aeroporti) che terrebbero così alta la diffusione. "Per esempio, nella provincia di Bergamo il Corriere della Sera, in edicola, ha perso 1.500 copie medie al giorno, mentre noi contemporaneamente ne abbiamo guadagnate 1.300", commentano da Libero.

Toni analoghi al Giornale: "In marzo abbiamo guadagnato circa 30 mila copie rispetto alla nostra marcia consueta", dice Attilio Mattusi, direttore della diffusione del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, "ma l'incremento da campagna elettorale, scioperi o iniziative di marketing lo abbiamo valutato attorno alle 10 mila copie. Le altre 20 mila copie ci sono capitate da un giorno all'altro dopo l'8 marzo. Tanto che ci abbiamo messo alcuni giorni a tarare le tirature, poiché facevamo esauriti quasi in tutte le rivendite lombarde. Quelle 20 mila sono le copie effetto Mieli. In base alle nostre valutazioni, tra Milano e Lombardia il Corriere della Sera, in edicola, ha perso l'8-10%. E non è casuale che dall'8 marzo il distributore del Corriere, Milano Press, controllato da M-Dis (di cui, a sua volta, è socio Rcs MediaGroup, ndr), non ha più condiviso con noi i dati di vendita".

Ma non può essere che le belle performance di Libero e Giornale siano figlie della campagna elettorale cruenta, degli appelli di Berlusconi al popolo dei moderati, senza scomodare Mieli? "No, così tante copie non si guadagnano da un giorno all'altro senza effetti esterni. Il Giornale", aggiunge Mattusi, "col centro destra al governo, ci ha messo più di 4 anni a perdere 30 mila copie di diffuso. E adesso, paradossalmente, siamo quasi contenti che Berlusconi passi all'opposizione. In questo modo potremo sbizzarrirci di più con le nostre critiche".

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