Sunday, September 13, 2009

V. Messori e le ragioni del monito di Benedetto VI contro il carrierismo episcopale

Riporto l’intervista di Giacomo Galeazzi a Vittorio Messori su La Stampa di oggi. Il titolo dell’intervista è mio.
Vittorio Messori, lei, oltre che lo scrittore cattolico italiano più letto nel mondo, è l’unico ad aver scritto un libro con gli ultimi due Papi. A chi è diretto il monito contro il carrierismo episcopale di Benedetto VI?
“Lo dico con un sorriso un po’ amaro: nell’Occidente secolarizzato c’è poco da esortare i vescovi a non fare i loro interessi. Ormai sono quasi dei paria. In Francia, in Spagna, in Olanda, in Belgio non contano più nulla, anzi sono visti con gran sospetto o, peggio ignorati come sopravissuti da tollerare. Sotto Zapatero si fa di tutto per non invitarli alle occasioni ufficiali, in Francia è addirittura vietato dalla legge e la situazione è la stessa altrove. Il problema del servirsi della Chiesa invece di servirla può riguardare oggi, credo, soprattutto l’Africa e l’America Latina, dove lo status del sacerdote, e soprattutto del vescovo, è un sogno per molti dei giovani poveri locali, che anche per questo affollano i seminari. Il vescovo nel Terzo Mondo, dove la religiosità è intensa e le autorità civili screditate, è spesso ancora all’apice della scala sociale. Direi quasi come nell’Europa dell’Ancien Régime”.

E in Italia?
“Il problema per i vescovi, più che in Italia (dove il presenzialismo clericale è alto, eppure il potere effettivo debole) soprattutto nel resto d’Occidente, non è fare carriera ma sopravvivere. Nell’Europa centrale e settentrionale, ma soprattutto in Francia e in Germania, stanno accorpando molte diocesi perché non sono più in grado di amministrarsi per mancanza di clero e gli antichi episcopi sono messi sul mercato. In queste condizioni, che peso sociale possono avere e di che lustrini potrebbero ammantarsi? Forse, le preoccupazioni del Papa sono altrove”.

Dove?
“Nella cultura del Terzo Mondo la persona autorevole, il capo – come lo è un vescovo - deve essere circondato da mogli e figli. Il celibato non è considerato una virtù, ma una mancanza che toglie ogni prestigio. Nel suo realismo, in molti Paesi, soprattutto africani ma anche centro e sudamericani, pare che la Chiesa tolleri situazioni che da noi sarebbero inaccettabili. È l’antica teoria del male minore: meglio un clero non impeccabile o l’abbandono del gregge, con comunità ecclesiali allo sbando, senza più guide? Forse è anche qui uno dei motivi per i quali in Africa, cristianizzata con eroici sacrifici dei missionari dell’Ottocento, in molte zone il Corano sta sostituendo il Vangelo. E uno dei motivi per i quali l’America Latina sta diventando rapidamente un Continente ex-cattolico, con l’avanzata impressionante delle sette protestanti. Imam e pastori non hanno il problema del celibato. Comunque, mi lasci fare una precisazione forse controcorrente”.

Prego.
“Chi pratica la storia della Chiesa sa che la prova sanguinosa e terribile della Rivoluzione francese non è stata inutile. I Papi che si sono susseguiti dalla caduta di Napoleone sino a noi formano una catena di uomini di Dio di grande dignità, cultura, impegno, tanto che molti sono già santi e beati e altri lo saranno in futuro. E così molti cardinali e moltissimi vescovi. Il monito di Benedetto XVI si rifà al Vangelo e alle Lettere di Paolo e, dunque, vale per ogni tempo. Ma valeva, soprattutto, per la Chiesa prerivoluzionaria, dove davvero i presuli, tutti nobili, spesso pensavano innanzitutto al prestigio loro e della loro casata. A differenza di altre istituzioni, la Gerarchia cattolica non è declinata col tempo. Anzi, è qualitativamente assai migliorata. E non ingannino le storie di omosessualità clericale, soprattutto nordamericane: il guasto, qui, è dovuto alla sottomissione di quelle Chiesa al “politicamente corretto“, alle porte di conventi e seminari spalancate a chiunque, in nome del “no alle discriminazioni“. Quei fatti, comunque, hanno visto implicati molti religiosi e preti ma solo rarissimi rappresentanti della Gerarchia”.

© La Stampa

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