Monday, March 06, 2006

L’Islam fa le pentole ma non i coperchi

Dall’11 settembre 2001, Bin Laden e Al Qaeda alzano il tiro dell’offensiva antioccidentale. I leader politici dei paesi islamici non condannano in modo inequivocabile il terrorismo e si mostrano a dir poco ambigui. Da un lato fanno il muso duro con i terroristi, dall’altro alimentano l’ostilità verso l’Occidente nell’opinione pubblica musulmana. Da parte loro, i capi religiosi predicano la Jihad, persino nelle moschee situate su suolo europeo.
Ahmadinejad comunica al mondo di voler cancellare Israele dalla carta geografica, nega l’Olocausto, dichiara di voler acquisire l’arma nucleare. Ovviamente, queste intenzioni di un leader di un importante paese islamico mettono ancor più sulla difensiva le cancellerie occidentali.
Non contenti di essersi fatti scoprire con le mani nella marmellata, governi e capi religiosi islamici incitano il popolo bue alla reazione violenta di fronte alle vignette danesi. Mi fermo qui e vengo al dunque.
Va bene, non esiste una regia unica. Inoltre, il mondo islamico non è un monolite, però: dato che l’obiettivo dichiarato è quello di conquistare l'Occidente, gli islamici non avrebbero fatto meglio a stare buoni buoni e a lasciar lavorare la demografia e i politici di sinistra, loro alleati? Oriana Fallaci l’ha spiegato: Eurabia non sarà fatta con la violenza, ma ricorrendo ai numeri dell’immigrazione e alla collusione dei soliti noti. Senza l’11 settembre e quello che n’è seguito, gli islamici avrebbero avuto campo libero e ci avrebbero conquistato senza colpo ferire. Fortunatamente, con l’11 settembre hanno svegliato ‘il can che dormiva’.

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