Replico al post Il peccato, all’origine, si chiama celibato.
L’autore muove da una premessa: l’obbligo del celibato imposto dalla Chiesa ai sacerdoti deriverebbe da una “spudorata ipocrisia”, costituirebbe “una menzogna pretestuosa”. La Chiesa, in altri termini, farebbe dire a Gesù cose che Lui non avrebbe mai detto.
Leggiamo Matteo 19, 10-12: “Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca»”.
La Chiesa, anche in materia di castità sacerdotale, si uniforma, pertanto, ai dettami di Gesù. La Chiesa, sin dai tempi apostolici, modella lo stile di vita dei sacerdoti a quello del Maestro. Infatti, essere cristiano non significa solamente appartenere a Cristo, significa anche e soprattutto ‘essere Cristo’. È questa conformazione a Lui che porta il sacerdote ad abbracciare, tra le altre cose, la Sua castità.
Nel post si considera l’astinenza sessuale come contraria alla natura umana. Faccio due osservazioni rapidissime. La prima: se Gesù considera come Suoi coloro che “si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli”, deduciamo che è certamente possibile abbracciare la castità in vista di un bene più alto. La seconda: è vero che non è facile vivere la continenza sessuale, però, con l’aiuto di Dio (cioè, con la Sua grazia), nulla è impossibile (cfr. Filippesi 4,13). Il minimo che un sacerdote può fare è pregarLo affinché, nel perseguimento di un santo ministero, gli infonda il Suo Spirito.
Il post prosegue affermando che gli atti di pedofilia commessi dagli ecclesiastici sono diretta conseguenza del voto di castità.
Domanda: se il binomio fosse veramente “castità-pedofilia”, allora anche gli atti di pedofilia commessi dai laici deriverebbero dall’astinenza sessuale. È sotto gli occhi di tutti che non è affatto così. Gli abusi sui minori hanno spesso per protagonisti proprio uomini sposati.
Secondo l’autore del post, la presenza di giovinetti nei seminari indurrebbe in tentazione i poveri sacerdoti, attratti da corpi che ricordano quello femminile. Come mai? Perché il voto di castità produrrebbe conseguenze patologiche!
Ora, la pedofilia è certamente una perversione, una patologia, ma chi lo dice che un maschio adulto si sentirebbe attratto sessualmente da un ragazzino per il semplice fatto di non poter avere rapporti sessuali con una donna?
Proviamo ad usare il buonsenso: un sacerdote incapace di resistere alle tentazioni della carne, piuttosto che molestare un giovinetto, non fa prima a cercare una donna? non è più normale indossare degli abiti borghesi, acquistare dei comunissimi preservativi e spassarsela?
Diciamo le cose come stanno: non si diventa pedofili per ripiego! Colui che si sente sessualmente attratto da un minore, da un giovinetto non è altro che una persona malata, sia che si tratti di un sacerdote sia che si tratti di un laico, con o senza voto di castità.
Allarghiamo lo sguardo all’esperienza protestante. Sappiamo tutti che i pastori protestanti possono sposarsi. Bene, se fosse vero che la pedofilia dei sacerdoti è conseguenza del voto di castità, perché ci sono tanti casi di pastori protestanti che molestano i giovinetti? Nei paesi protestanti, si soffre meno la crisi delle vocazioni, in ragione del fatto che i ministri del culto non hanno l’obbligo del celibato?
Dovrebbe essere oramai chiaro che il celibato non c’entra nulla con la pedofilia.
Per l’autore del post, “il mondo dovrebbe pretendere a gran voce la fine del celibato dei preti”. In tal modo, “la loro mente resterebbe aliena dai paurosi disordini che nascono dalla proibizione e dalla demonizzazione della carne”.
Da cattolico, la mia opinione è che i sacerdoti, se potessero sposarsi, non sarebbero più credibili. Nel cammino di conversione a Dio, un credente ha bisogno dell’esempio di qualcuno che dedichi interamente la propria vita a Lui; ha bisogno di qualcuno che sia disposto a sacrificare se stesso per la salvezza delle anime.
Il post che ho commentato si apre con un dubbio: “Francamente non capisco perché ci si scandalizzi tanto del fatto che nella Chiesa circoli la pedofilia”. Rispondo ricorrendo a ciò che scrive Vittorio Messori in un articolo pubblicato pochi giorni fa sul Corriere della Sera.
“Chi si sdegna per le malefatte di un prete, più che per quelle di chiunque altro, è perché lo lega a un ideale eccelso che è stato tradito. Chi considera più gravi le colpe “romane”, rispetto a ogni altra, è perché vengono da una Chiesa da cui ben altro si aspettava. Molte invettive anticlericali sono in realtà proteste deluse. È scomodo, per i cattolici, che il bersaglio privilegiato sia sempre e solo “il Vaticano”. Ma chi denuncia indignato le bassezze, è perché misura l’altezza del messaggio che da lì viene annunciato al mondo e che, credenti o no che si sia, non si vorrebbe infangato”.
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1 comment:
A quanto hai scritto si potrebbe aggiungere che anche le suore fanno voto di castità eppure non molestano le bambine. Continuamo a ragionare secondo categorie sbagliate. La pedofilia è un problema principalmente di maschi che abusano di maschi. Il perchè non ci è ancora chiaro ma è difficile capire se non ci liberiamo di certi pregiudizi, il celibato non c'entra per nulla.
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