Tuesday, April 07, 2009

Chiesa e martirio

«So a che cosa sta pensando», disse il cardinale. «Pensa che dovremmo marciare diritti al Colosseo e dire alle guardie di lasciare entrare i leoni contro di noi».
Elia non disse niente.
«Un martirio eroico è veloce, semplice, glorioso, no? Il sangue lava via tutte le ambiguità. La morte spezza tensioni intollerabili. Lei vorrebbe che intrecciassimo una corda e scacciassimo i cambiavalute dal tempio, e poi andassimo in croce. Giusto?».
«È così sbagliato? Non è la strada che ci ha indicato il nostro Salvatore?».
«Lo è. E io le dico che noi andremo in croce. Ma non sta a noi accelerare quel momento. Dobbiamo lavorare finché c’è luce. Dobbiamo rinvigorire quello che rimane. Si tratta di un martirio lungo e solitario. È il più difficile di tutti».
I due uomini si guardarono senza parlare. Poi insieme si mossero, andando in direzioni diverse.

[Tratto da Il nemico, di Michael D. O’Brien, Edizioni San Paolo, 2006, pagina 327]

4 comments:

Piergiobbe said...

Un passo che aveva colpito molto anche me.
un saluto in sintonia e un augurio di buona Pasqua
Andrea

etendard said...

Non avevo dubbi, caro Andrea, che avesse colpito anche te.
Ricambio gli auguri di Santa Pasqua.

Anonymous said...

Se i cattolici sono convinti che il loro destino sia il martirio, che dire, nulla in contrario,ma per favore non martirizzate anche noi che cattolici non siamo,con le vostre imposizioni

etendard said...

anonimo, perché voi non cattolici chiamate carnefici o tiranni coloro che tentano di impedire il vostro suicidio?