[…] Una tesi che sposata oggi anche da molte persone istruite e pertanto vaccinate - almeno in teoria - dalla tentazione del pregiudizio, è che la Chiesa Cattolica sarebbe un’istituzione abituata a coprire i casi di pedofilia al proprio interno arrivando, in taluni casi, a minacciare le vittime dei crimini, di rimanere in silenzio. Il modo migliore per verificare l’attendibilità di queste accuse - infamanti quanto, quasi sempre, generiche - è andare a valutare, nel concreto, le azioni intraprese al riguardo dal clero. Ebbene, anche se a qualcuno la cosa potrà non piacere, e anche se è impossibile escludere che negli anni si possa essere verificato - per volontà di qualche singolo e sprovveduto vescovo e non certo del Vaticano! – qualche caso di “insabbiamento” ci sono infiniti esempi che dimostrano come la Chiesa non solo non copra i pedofili, ma sia in prima linea nella battaglia contro i loro crimini. Ci limitiamo, per non abusare della pazienza del lettore, a citarne cinque:
- già nel lontano 1992, il cardinale arcivescovo di Chicago, Joseph Bernardin, a capo della seconda diocesi americana, istituì un’apposita linea verde per consentire alle vittime dei preti pedofili di denunciarli [33];
- l’arcivescovo americano William Keeler nel 2002 ha pubblicò direttamente sul sito dell’arcivescovado di Baltimora (www.archbalt.org) la lista dei 56 religiosi accusati di molestie ai minori dagli anni ’50 in poi [34];
- il reverendo Lawrence C. Murphy fu accusato di aver abusato di decine di bambini. I magistrati archiviarono le denunce a suo carico mentre la Chiesa, anche se si trattò di indagare crimini accaduti decenni prima, lo inquisì - respingendo anche una richiesta di prescrizione, avanzata dello stesso reverendo - fino all’ultimo dei suoi giorni; [35]
- don Marco Dessì, è un missionario condannato per pedofilia, ha detto Marco Scarpati, l’avvocato delle sue vittime nonché Presidente di Ecpat-Italia – associazione internazionale che si batte per porre fine alle prostituzione minorile, alla pedopornografia e alla tratta di minori-, “grazie alla grande collaborazione della Chiesa, che ha svolto un ruolo importantissimo nella ricerca della verità” [36]
- Don Fortunato Di Noto, con la sua Associazione Meter, da anni segnala alle autorità siti pedopornografici e persone sospettate di pedofilia, senza distinguere tra laici e religiosi, ed ha pubblicato anche testi sull’argomento [37].
Merita di essere inoltre sottolineata l’opera del Santo Padre, autore di quella che persino un intellettuale anticlericale come Gian Enrico Rusconi ha definito “una svolta importante” [38] contro la pedofilia. Lo ha ammesso persino Alberto Melloni, intellettuale progressista che giusto pochi giorni prima che il New York Times lanciasse le sue accuse infamanti, ha riconosciuto al Papa tre importanti ed innovative decisioni su come affrontare la questione-pedofilia:
1) “affrontare la questione a Roma, al massimo grado di responsabilità”;
2) “fornire ai tribunali una collaborazione piena”;
3) “prendere atto che un vescovo che non sa affrontare queste situazioni non può fare il vescovo” [39].
Urge annotare che anche l’Associazione antipedofilia La Caramella buona ha riconosciuto che, a differenza delle calunnie che qualcuno si ostina a far circolare sulla Chiesa, questa “sta dimostrando coraggio” nella lotta contro i pedofili [40].
Mostri in libertà & abusi impuniti
L’indignazione che solitamente i mass media orchestrano accuratamente per segnalare gli abusi da parte dei preti pedofili, – senza mai distinguere, urge rammentarlo, tra quelli denunciati, quelli processati e quelli infine condannati - di fatto finisce, per un curioso paradosso, per occultare dietro un assordante silenzio altri casi di pedofilia e abusi sessuali di gravità inaudita. Pensiamo, per stare all’Italia, ai 52 dipendenti pubblici che, tra il 2002 ed il 2007, sono stati condannati per reati sessuali. Attenzione: 18 di questi, dopo la condanna, non sono neppure stati licenziati [41] . Oppure pensiamo al caso del macellaio veneto che, processato per aver fatto sesso con una tredicenne, s’è visto riconoscere dal giudice le attenuanti perché “il sentimento era vero” [42]. Ancor più grave, se possibile, è stata la vicenda del pedofilo siciliano scarcerato dopo aver violentato tre ragazzine, che è tornato a stuprare, abusando di una bambina di quattro anni [43]. Nel suo “I predatori di bambini”, lo scrittore Massimiliano Frassi racconta l’allucinante storia di Oliver Serano-Alve, conosciuto all’Interpol come Oliver Shanti o solamente come Schulz; costui, energumeno alto 1 metro e 86 per 150 kg di peso, è accusato di aver abusato di almeno 116 bambini, cinque dei quali ridotti in fin di vita, con danni irreversibili, ha inciso diversi cd musicali tutt’ora acquistabili per i quali, riferisce Frassi, nonostante sia latitante dal 2002 “riceve regolarmente i diritti d’autore” [44] Decisamente allucinante è anche il caso riportato dal giornalista Stefano Livadiotti, penna particolarmente appuntita dell’Espresso – che certo non è un settimanale affetto dai pre-giudizi verso la magistratura – il quale, in un suo recente libro, racconta la storia di un magistrato che, sorpreso a far sesso con un ragazzino nel bagno di un cinema, è stato assolto dai colleghi da ogni accusa con la giustificazione che, due anni prima, aveva riportato una ferita alla testa la quale “ha reso inerte la” sua “volontà di inibire quelle spinte pulsionali su cui il soggetto non riusciva più ad esprimere un giudizio di valore” [45] La copertura o comunque il colpevole ri-dimensionamento degli abusi sessuali sembra toccare persino la venerata ONU: da quando, nel 2003, il Palazzo di vetro ha riconosciuto il problema degli abusi sessuali e delle violenze commesse dai Caschi blu, nulla o troppo poco è stato fatto per punire, scovare e processare i colpevoli. Un fatto che assume toni di accresciuta gravità se si pensa che i soldati dell’ONU, secondo alcune fonti, avrebbero commesso gravi abusi in numerosissimi stati: Sri Lanka, Marocco, India, Costa d’Avorio, Congo, Bosnia, Kosovo, Cambogia. [46] . La lunga lista degli abusi nascosti tocca anche insospettabili istituti laici che furono guidati, guarda caso, da persone che oggi puntano il dito contro le presunte coperture di pedofili da parte del Santo Padre. Ci riferiamo in particolare alla Odenwaldschule, prestigiosissimo istituto laico considerato la Eton teutonica. Ebbene, Antje Vollmer, esponente di spicco dei Verdi ai tempi della coalizione di governo con il cancelliere Gerhard Schröder, nel 2002 ricevette un dettagliato rapporto sugli orrori che avvenivano alla Odenwaldschule e, nonostante la gravità della accuse, non fece nulla [47] Persino gli stimati e affidabili boyscout hanno coperto degli abusi sessuali: lo ha stabilito un tribunale dell’Oregon che ha condannato l’organizzazione dei Boy Scout a pagare la cifra record di 18,5 milioni di dollari per aver agito in maniera negligente non proteggendo dei “piccoli esploratori” da alcuni pedofili [48]. Che la cultura contemporanea, al di là delle generiche accuse al clero, si interessi poco del problema della pedofilia è dimostrato anche dalla scarsa indignazione pubblica di fronte alle pubbliche rivendicazioni dei pedofili: dal 21 Dicembre 1998, tutti i pedofili a livello Internazionale celebrano il “Boy love day International”, la Giornata Mondiale dell'Orgoglio Pedofilo, ma – stranamente - non si è mai organizzata alcuna trasmissione televisiva per approfondire cosa abbia portato dei pervertiti ad associarsi pubblicamente fino ad indire un appuntamento annuale. E pensare che a Manhattan, New york, si dice che esista la North American May-Boy Love Association (Numbla), il cui scopo è di aiutare gli uomini ad individuare vittime di loro gusto [49]. Secondo quanto riportato da Kaplan nel suo volume “Perversioni femminili” in Gran Bretagna un gruppo di pedofili avrebbe fondato il Pedophile Information Exchange, di cui hanno fatto parte un ex ambasciatore britannico, membri dello staff amministrativo di Buckingham Palace, il figlio di un vicario e altri membri di primo piano della società [50] Che dire poi del regista Roman Polanski, arrestato in Svizzera il 26 settembre 2009 per aver avuto, anni fa, rapporti sessuali con una tredicenne? Molti intellettuali, anche italiani, si sono espressi per la sua innocenza: come mai tanto garantismo scompare quando c’è di mezzo un sacerdote? Mistero. Anche perché è stato già dimostrato da sociologi non cattolici e quindi non sospettabili di tendenziosità che la percentuale di pedofili nel clero è esattamente la stessa di altri ambienti sociali [51].
[…]
[33] Corriere della Sera, 24/9/1992, p. 13;[34] Corriere della Sera, 27/9/2002; [35] per approfondire la storia del reverendo Murphy si legga AA. VV. Indagine della pedofilia nella Chiesa, Fede & Cultura, Verona 2010; [36] ANSA, 24 maggio 2007, 15:21; [37] Si consiglia la lettura di F. DI NOTO, La pedofilia – mille volti di un olocausto silenzioso, Paoline, Milano 2002; [38] La Stampa, 13/4/2010, p. 33; [39] A. MELLONI, “Pedofilia Il Papa e le tre decisioni con le quali ha voltato pagina”, Corriere della Sera, 17/2/2010, p.38; [40] Il Giornale, 13/4/2010; [41] Cfr. R. ORMANNI, Condannati per pedofilia? Tutti al lavoro, Panorama 21/6/07, pp. 58 – 59; [42] S. ZURLO, Ha fatto sesso con una tredicenne. Per il giudice è amore: pena ridotta, Il Giornale 6/2/2008, p. 19; [43] Corriere della Sera, 18/2/08, p.25; [44] M. FRASSI, I predatori di bambini, il libro nero della pedofilia, Macro Edizioni, Diegaro di Cesena 2007, p. 103; [45] Cfr. S. LIVADIOTTI, “Magistrati.L’ultracasta” Bompiani, Milano 2009; [46] Cfr. G. MEOTTI, One dollar baby per Caschi Blu degeneri, Il Foglio, 25 marzo 2010; [47] Cfr. S. MAZZOLINI, Così i verdi insabbiarono gli abusi nella scuola per vip, Il Giornale 8/4/2010, p. 13: [48] Cfr. Pedofilia, Boy Scout condannati a pagare 18 milioni, Il Giornale 25/4/2010, p. 14; [49] Cfr A. OLIVERIO FERRARSI, B. GRAZIOSI, Pedofilia, p. 41; [50] Ibidem; [51] P. JENKINS, Pedophiles and Priest: Anatomy of a Contemporary Crisis, Oxford University Press, 1996.
Wednesday, May 19, 2010
La Chiesa copre i pedofili?
Ritaglio parte di un articolo di Giuliano Guzzo, intitolato “Pedofilia: analisi di una perversione”, pubblicato il 27 aprile scorso sul sito Libertà e Persona. Si veda qui per la versione integrale.
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