Thursday, October 27, 2005

Cofferati, ovvero la realtà che supera l’ideologia

Quando sono all’opposizione, i politici di sinistra, sia quelli seri e intelligenti che le mezze cartucce, propinano idee che si possono applicare solo nel mondo dei fratelli Grimm. Quando invece hanno da assolvere responsabilità dirette di governo, i politici di sinistra - ma solo quelli in gamba - sono capaci di agire tenendo conto delle esigenze del mondo reale. In questa tipologia, un esempio del secondo caso è stato D’Alema. Il lanciatore di bombe molotov nel ’68 si trasformò, trent'anni dopo, nel Presidente del Consiglio che acconsentiva ad aprire le nostre basi militari alle operazioni aeree della NATO contro la Serbia. La decisione passò in Parlamento grazie all’appoggio dell’opposizione di centrodestra, poiché una buona fetta della maggioranza ulivista e la sinistra radicale preferirono voltare le spalle, scandalizzati, a Baffino.
Nella recente metamorfosi di Cofferati, che ha voluto lo sgombero dell’insediamento di rom a Bologna, il copione è lo stesso: da una parte, c’è un ex-capopopolo idealista e pieno di retorica che, una volta divenuto sindaco, affronta la situazione contingente con fare deciso e pratico; dall’altra, c’è la sinistra estrema che lo dipinge come una personaccia di destra, visto che l’idolo di un tempo mostra di preferire la legalità all’ideologia.
Sulla decisione di Cofferati mi è venuta in mente una riflessione di Montanelli: occorrono politici e governi di destra per fare cose di sinistra, così come occorrono politici e governi di sinistra per fare cose di destra. Dice bene pure Feltri: la legalità non è di destra né di sinistra; è solo civiltà. Ad ogni modo, mi fa sorridere l'idea che se un sindaco di centrodestra prendesse le stesse iniziative di Cofferati, anche la sinistra moderata si straccerebbe le vesti e alzerebbe un polverone su TV e giornali.

Wednesday, October 26, 2005

Il livore della sinistra fa il gioco del Cavaliere

Un lettore di Libero ha scritto:

«Da quando è al governo il centrodestra è insultato, accusato e satirato 24 ore al giorno in TV, radio, quotidiani, settimanali. Quando era all’opposizione veniva insultato, accusato, indagato e satirato 24 ore al giorno su TV, radio quotidiani, settimanali. Questa è par condicio.»

La sinistra continua fortunatamente a commettere gli stessi errori. Se tanto mi dà tanto, gli attacchi selvaggi contro Berlusconi riusciranno ancora una volta ad esasperare gli elettori moderati ed indecisi. Allo stesso modo, aiutano Berlusconi i vari incappucciati che fanno cagnara in TV, così come la violenza dei manifestanti contro la riforma Moratti. Non ultimo, lo aiuta Bertinotti, che ha chiarito come intende sfasciare il Paese se l’Unione gli darà campo libero. Che continuino pure così, ad aprile colerà sulle ginocchia del Cavaliere tanto grasso... di maiale, con buona pace di Mortadella.

Monday, October 24, 2005

Storia di un castello e del suo re

Un re vive con la regina e il loro bambino in un castello. Il re parte spesso per la guerra alla testa dei suoi soldati e torna al castello dopo lunghi mesi, a volte anni, di assenza. In questo tempo, il re lascia il figlio alle cure della regina.
Un giorno, quando il figlio è ormai diventato un giovane sano e forte, il re torna al suo castello. Dopo aver abbracciato i suoi cari, egli si rivolge alla regina e le dice: “Per tutti questi anni hai provveduto amorevolmente alla crescita di nostro figlio. Non ti sei risparmiata e non hai mai mancato di parlargli di me, di quello che sono e di quello che faccio per la nostra famiglia e per il regno. Anche se mi sono assentato da casa, il mio spirito è sempre stato qui e tu lo hai alimentato ogni giorno agli occhi di nostro figlio. Adesso però è arrivato il momento che io prenda con me mio figlio per insegnargli ad essere un guerriero.” Poi aggiunge: “Ricordati, se ad un albero tagli i rami che si protendono verso il cielo, quei rami non cresceranno più. Per continuare a vivere, l’albero affonderà profondamente le sue radici nella terra, dove non c’è luce”.
Alle parole del re, la regina si impurisce. Il figlio infatti correrà il rischio di essere ucciso in battaglia una volta uscito dal castello. La regina chiama il figlio e osserva il suo sguardo. Ne riconosce la somiglianza a quello del padre, ma vede che è proprio lo sguardo di un ragazzo. Sospirando, bacia il figlio e gli dice di partire col re.

Friday, October 21, 2005

Con Sarah Jones la Chiesa anglicana perde la bussola

La Chiesa anglicana ha ordinato sacerdote una donna. Che c’è di strano? Si dà il caso che la donna sia un transessuale. All’età di 29 anni, Colin Jones decide di sottoporsi all’operazione per cambiare sesso. Oggi si chiama Sarah Jones, ha 44 anni e ha deciso di indossare il clergy(wo)man.
Non ho nulla da rimproverare a costui/costei, a parte le idee confuse sul significato di una scelta di vita che è in contrasto con la missione pastorale di un ecclesiastico. La mia perplessità riguarda semmai la Chiesa anglicana che ne ha permesso l’ordinazione. Questo comportamento rivela altrettanta confusione, ma soprattutto grave irresponsabilità e forte miopia.
Rimando ad un articolo della BBC per conoscere la posizione della Chiesa anglicana e alcune critiche espresse dallo stesso mondo protestante anglosassone. Da parte mia, voglio dire solo questo: sfido il sacerdote Sarah Jones a ritenersi credibile quando inviterà i suoi ‘parrocchiani’ - sposi, genitori, figli – ad accettare la volontà di Dio, a rispettare la propria vita, ad amare il prossimo così come si ama se stessi, a benedire la bellezza del creato, ad onorare il padre e la madre, ad educare i figli alla fede (fiducia, abbandono) in Dio …
Ultima annotazione. Nella rubrica della posta del quotidiano Libero, un lettore ha scritto: «Sarah Jones è la prima transessuale nominata pastore anglicano. Dio non è Ratzinger: guarda al volto, non al sesso.» Ognuno ha il diritto di pensare le idiozie che più gli fanno comodo. Ciò che invece salta all'occhio è il titolo che precede il nome del lettore: ‘Sac.’, cioè sacerdote. Non cattolico, spero.

Wednesday, October 19, 2005

Le elezioni sono fissate: Pisanu alzi la guardia

Il precedente dell’attentato di Atocha, alla vigilia delle elezioni spagnole del 2004, è nella mente di tutti. Stando ai giornali, le prossime elezioni politiche in Italia si terranno il 9 aprile. Al Ministro Pisanu, alle forze dell’ordine e agli apparati di intelligence: occhi ben aperti e buon lavoro.

Giuliano Ferrara e 'la ragione dell'incoerenza'

Continuo nelle mie citazioni di brevi pensieri altrui, e anche oggi tocca a Giuliano Ferrara. In un intervista televisiva dell'anno scorso, alla domanda se non temesse di apparire incoerente per aver cambiato ideologia e area politica in più occasioni, rispose: "Preferisco aver ragione, che essere coerente". E certo che il suo percorso non è da poco: da comunista a socialista a liberale, da ateo ad agnostico a papista. L'Elefantino è veramente un grande.

Aggiornamento. Un mese dopo la stesura di questo post ho scoperto che la frase "Preferisco aver ragione, che essere coerente" non è stata coniata da Ferrara, ma da Winston Churchill.

Monday, October 17, 2005

Pillole (3)

Il pessimista è un ottimista che si è informato (Giuliano Ferrara)

Buttiglione: sì, sono liberale, ma non perfetto

Sottolineo un brano dell'articolo ‘Sì, sono liberale, ma non perfetto’ di Rocco Buttiglione che Libero ha pubblicato sabato 15 ottobre. Si tratta di un contributo del Ministro dei Beni Culturali alla presentazione degli otto volumi della collana ‘I classici del pensiero liberale’, pubblicati dal quotidiano con cadenza settimanale fino al 19 novembre.

«Quello che unisce i cattolici (ma è più esatto dire i cristiani) con i liberali è una originaria visione antropologica antiperfettista. [...] Il liberalismo antiperfettistico non è cieco al fatto che il mercato è il meno imperfetto di tutti i sistemi esistenti ma è lungi dall’evitare ogni ingiustizia e dal garantire la piena e assoluta felicità umana. Mentre è utopico dire che esiste un altro sistema (comunista) migliore di quello di mercato, è realista dire che esistono domande umane che il mercato non soddisfa e che è compito dell’etica e della politica fare in modo che la persona umana non sia travolta quando entra in contrasto con i meccanismi del mercato.»

Thursday, October 13, 2005

Pillole (2)

Leggo ogni giorno che la religione è l’oppio dei popoli; ma preferite che sia l’oppio la religione dei popoli? (Marcello Veneziani)

Wednesday, October 12, 2005

In Occidente i maschi si dipingono così

Ho affrontato il tema del rapporto ‘pubblicità-identità maschile sotto attacco’ in altri due post intitolati “Oliviero Toscani fotografa l’Occidente” parte 1 e 2. Ritorno adesso sull’argomento perché un conoscente mi ha suggerito di spulciare il sito della Sisley. Guardate un po’ che roba! Che ne direste se intitolassimo questa selezione di foto: ‘Ecco come ti riduco il maschio!’?


















Le foto facevano parte della campagna pubblicitaria della nota casa di moda giovanile nel 2001, 2002 e 2004.
Due domandine facili facili. La prima: cosa accadrebbe se il ridicolo e l’umiliazione di una campagna pubblicitaria riguardassero le donne, invece che gli uomini, come sta accadendo così di frequente? Io mi aspetterei una sfilza di querele, anzi, una rivoluzione da parte delle care femministe. Adesso ditemi, e lo chiedo ovviamente ai ragazzi, agli uomini e ai padri: non vi pare che ci sia del marcio in ... Occidente?
A scanso di equivoci, chiarisco che non sto mettendo in evidenza questi messaggi provenienti dal mondo della pubblicità allo scopo di fomentare una crociata contro le donne; mi opporrei a foto del genere anche in quel caso. Ciò che conta è saper guardare e leggere tra le righe.

Se potessi parlare a Berlusconi gli direi ...

Smettila di giocare al ribasso e datti da fare, porca miseria!

Tuesday, October 11, 2005

Il gran salto di ‘Emily Rose’

Sabato scorso sono andato a vedere ‘L’esorcismo di Emily Rose’. Ero curioso di constatare in che modo la cinematografia riproponesse il tema della ‘possessione diabolica’, a 30 anni dall’uscita de ‘L’esorcista’.
Ricordo che ‘L’esorcista’ non mi comunicò granché. A mio avviso, il film del 1974 non voleva fare altro che impressionare e inquietare lo spettatore mostrandogli, in tutta la sua crudezza, l’abbruttimento in cui può essere trascinata una vittima della possessione. Troppe domande dello spettatore restavano però senza risposta e poco o nulla veniva concesso alla riflessione. La vittima, l’esorcista e gli altri personaggi del film venivano descritti come semplici pedine all’interno di un gioco terrificante inscenato dal diavolo. Per dirla in altri termini, tutto era asservito all’idea di mettere in risalto la potenza del diavolo, di fronte al quale Dio sembra inerte.
Con ‘L’esorcismo di Emily Rose’ la faccenda è completamente diversa, anche grazie al fatto che la trama si ispira a una storia realmente accaduta. In soldoni, il film ripercorre le tappe del processo al sacerdote-esorcista, accusato di aver ‘contribuito’ con le sue pratiche religiose alla morte della ragazza posseduta. Vorrei segnalare due soli aspetti che denotano, tra le altre cose, la serietà con cui è stato trattato l’argomento.
Innanzitutto, mi sembra un piccolo gioiello l’episodio in cui, colto da paura e confusione, l’avvocato che difende l’esorcista al processo vaga per strada e trova un pendaglio. Al sacerdote poi chiederà: “Quante probabilità c’erano di passare proprio su quel tratto di strada e proprio in quel momento per trovare un pendaglio con su incise le mie iniziali? Che significa?”. Il sacerdote le risponde: “E’ un segno. Vuol dire che di tutte le strade che puoi prendere questa che stai percorrendo è quella giusta”.
Metto inoltre in evidenza che, mostrando l’orrore della possessione, il regista fa parlare tutti i protagonisti della vicenda. Infatti, si dà voce alla vittima con il ricorso ai flash-back, nonché si dà voce, prima e durante il processo, all’esorcista, al suo agnostico avvocato difensore e agli scettici. Ma più importante di tutto, il film, e qui sta la sua grandezza, ‘dà voce’ a ... Dio, attraverso Maria, la madre di Gesù. Emily Rose pone la domanda chiave ed è lì che si fa il grande salto rispetto a ‘L’esorcista’: “Perché Dio permette tutto questo?”. Mi astengo dal riportare la risposta; non vorrei rovinare la sorpresa ad un improbabile lettore di questo post che intenda andare a vedere il film. Cito solo il commento di mia moglie all’uscita dal cinema: “I conti, questa volta, tornano”.

Monday, October 10, 2005

La vera democrazia secondo un mio collega (di sinistra)

Oggi la mia giornata lavorativa è iniziata scambiando due chiacchiere con un collega. Costui è partito, lancia in resta, col denunciare la faziosità della questura di Roma, che avrebbe ‘deliberatamente’ diffuso cifre errate sulla partecipazione di ieri al comizio di Prodi. “Da quando c’è Berlusconi c’è solo confusione. La prefettura afferma che hanno partecipato 30.000 persone, ma in realtà erano più di 100.000”. Ribatto: “E che importa se i presenti al comizio sono stati 30.000 o 100.000? Ciò che conta è il discorso di Prodi. Solo catastrofismo e accuse al governo Berlusconi. Nessuna proposta concreta”. Il collega scuote la testa e mi guarda con un fare rassegnato. “Ah già, tu sei di centrodestra. Io non ti capisco proprio. Le cose sono così chiare e tu non le vedi. I fatti sono sotto gli occhi di tutti. Berlusconi sta sfasciando il Paese, ci sta rendendo ridicoli all’estero, sta sovvertendo le regole della democrazia in Italia! Ma che giornali leggi?”. Già, i giornali. Lui legge la Repubblica. Poi, aggiunge: “Sai che cosa direi ai leader della sinistra? La colpa di quello che sta accadendo in Italia è vostra!” Ehilà! Messa giù così, rimango un po’ perplesso. Riprende: “Direi loro: avreste dovuto impedire a Berlusconi di arrivare al potere. Non l’avete fatto. Gravissimo. Poi, una volta visto di che cosa era capace, avreste dovuto mobilitare le piazze, indire scioperi selvaggi, ostacolare i lavori del Parlamento per far cadere il governo e riportare l’elettorato alle urne. Ancora una volta non l’avete fatto. E’ colpa vostra se ci siamo ridotti in questo modo”. Mi sono tranquillizzato. Era il mio collega di sempre, quello a cui sta tanto a cuore la democrazia. L’ho guardato e gli ho risposto “Bé, scusami, ho delle faccende da sbrigare, ci vediamo dopo”. E’ triste mettersi al lavoro sapendo di non possedere la verità.

Friday, October 07, 2005

Pillole

Ho compiuto 70 anni, cinque giorni fa. Forse invecchiando, se uno cerca di vivere senza trucchi, c'è questo premio: la nebbia che si alza. In realtà preferivo essere coglione ma giovane, questo però non c'entra. (Giampaolo Pansa)

Wednesday, October 05, 2005

Luca Ricolfi e il razzismo etico della sinistra

Segnalo il post Finalmente un libro sul razzismo (etico) della sinistra, dal blog ‘A Conservative Mind’ di Fausto Carioti. Si tratta della recensione di un libro scritto da un sociologo di sinistra, Luca Ricolfi, che, con "onestà intellettuale", riconosce ed esamina i più fastidiosi atteggiamenti della sua parte politica.

Monday, October 03, 2005

Alain Delon, il suicidio e i kamikaze

Riporto un breve intervento di Sebastiano Vassalli intitolato “Il vecchio divo, il suicidio e i kamikaze” pubblicato sul Corriere della Sera di oggi.

"In una recente intervista, l’attore francese Alain Delon ha espresso il proprio sconforto nella vita, ha detto: «Non lascerò che sia Dio a decidere quando devo andarmene». Nella religione cristiana, che pure conosce il dubbio e la disperazione di Gesù in croce («Dio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»), il suicidio è un atto di ribellione nei confronti di Dio e una forma estrema di bestemmia. Anche al tempo delle Crociate, quando Bernardo di Chiaravalle raccomandava ai cavalieri francesi di «salutare le loro vedove» prima di imbarcarsi per la Terra Santa, il suicidio in nome di Dio sarebbe stato impensabile e nessuno mai lo ha praticato. Il Dio degli uomini-bomba, che si fanno esplodere perché sono sicuri che così andranno in paradiso, almeno da questo punto di vista è l’esatto contrario del Dio cristiano. E’ un Dio che usa gli uomini come armi, in nome delle sue certezze che poi sono le loro. E’ un Dio disumano e privo di dubbi (al contrario, la colla che tiene insieme Socrate, Gesù, Cartesio e Alain Delon, da duemilacinquecento anni è il dubbio)."

Turchi implora la 'mamma' di farlo tornare a casa

Non seguo 'L'Isola dei Famosi', ma ho letto sul giornale che Enzo Paolo Turchi ha implorato la moglie in studio, Carmen Russo, di farlo tornare a casa e che quest'ultima lo ha redarguito seccata. Che bell'esempio di rapporto matrimoniale 'figlio-madre'! Non credo che questo sia un caso isolato, anzi. Il mammismo costituisce una caratteristica dell'identità del maschio medio italiano, caratteristica che poi viene proiettata anche sulle compagne o sulle mogli.
Marina d'Amelia, in un libro pubblicato recentemente dal Mulino, ha tracciato l'evoluzione del mammismo dall'Ottocento ai primi anni '50 del Novecento. A mio avviso, non si tratta però di una realtà tipicamente italiana. In modo più o meno visibile, riguarda tutta l'Europa.
La responsabilità di questa condizione maschile non è chiaramente solo delle madri. Lo è anche di moltissimi padri che, mammoni a loro volta, non hanno avuto e non hanno la forza,la volontà e le necessarie consapevolezze per guidare i figli maschi nel mondo degli adulti. Vi contribuiscono poi le stesse mogli che, di fronte a mariti deboli, trovano campo libero per esercitare un potere incontrastato nell'ambito della famiglia e quindi sui figli. Il circolo vizioso non viene così mai spezzato.
Sono sempre più convinto che i mussulmani avranno gioco facile ad imporre le loro regole in Europa quando, fra trenta o quarant'anni, costituiranno la maggioranza etnico-religiosa. Chi potrà fermare infatti una moltitudine di individui e di famiglie che hanno conservato, a differenza di noi occidentali, modelli sociali e familiari in cui la figura del padre non è annullata e in cui le madri non cercano di separare i figli dai padri?

Alle 00,30 Mike scippa i post altrui

Ho trovato questo post del Lupo di Gubbio. Niente male.

Per diventare islamici basta pronunciare una frase del tipo: "Esiste un solo Dio, Allah, e Maometto è il suo prefeta".
La frase va pronunciata davanti a due "probi testimoni musulmani".
Maometto è stato il primo musulmano, per definizione.
Quindi dopo di lui ce ne sarà stato un secondo.
Ma questo secondo NON AVEVA due musulmani davanti a cui giurare, perchè ce n'era solo un altro disponibile.
Quindi il suo giuramento non ha validità.
E nemmeno quello del terzo in classifica, di conseguenza, perchè uno dei suoi due testimoni non era un vero musulmano.
E così via, quindi noi oggi abbiamo un miliardo e 200 milioni persone che credono di essere musulmane.
E in realtà non lo sono.
Pensa che roba se lo scoprisse il Codacons, 1 miliardo e passa di truffati.....